Le relazioni pericolose

Cos’è che si sviluppa nell’animo del maschio quando usa violenza contro la sua donna, e cos’è che impedisce a quella donna di sottrarsi a quella violenza? Questa doppia domanda contiene già in sé mezza risposta: la violenza grave e continuata accade solo all’interno di un incastro tra due fragilità, quella di lui e quella di lei. Si sviluppa, e diventa sempre più grave, solo quando entrambi non riescono a fare qualcosa di diverso: smetterla (lui) o proteggersi in qualche modo (lei). Sappiamo di uomini che pur essendo consapevoli della bruttezza e della pericolosità di ciò che fanno non riescono a non ripetere la violenza. Sono maschi fragili, che hanno bisogno di dominare per sentirsi uomini, o che hanno l’orrore di restare (di nuovo) soli. Persone che non hanno potuto sperimentare abbastanza nella loro vita il calore di una relazione di cui potevano fidarsi, e perciò condannati a controllare e sottomettere chi gli sta vicino, per paura di perdere quel legame.

 

Sappiamo di donne che rifiutano ostinatamente di denunciare violenze terribili, che scelgono di restare dentro legami in cui puntualmente torna a verificarsi la violenza. Sono donne fragili, che considerano l’essere controllate e sottomesse come una prova d’amore reciproca («ci tiene a me, e io sono di qualcuno»); donne che scambiano la violenza con la passione amorosa perché non hanno mai potuto sperimentare nella loro vita il calore di una relazione sicura, in cui si apprende per sempre l’incompatibilità tra l’affetto e la violenza. L’incastro, il legame intenso e malato che scatta tra queste due tipologie di persone: ciascuna trova nell’altro ciò che profondamente (e più o meno inconsapevolmente) cerca.

Nel libro Se questi sono gli uomini di Riccardo Iacona, sono elencati i segni che permettono di riconoscere preventivamente l’uomo che commette gravi violenze domestiche: 1. ha già avuto in passato relazioni violente con donne; 2. minaccia di uccidere o uccidersi, di fronte al timore dell’abbandono; 3. minaccia o picchia anche i figli; 4. non rispetta i provvedimenti di legge di cui è stato fatto oggetto dalle forze dell'ordine o dall'autorità giudiziaria. Esiste un preciso test che identifica la probabilità di abusi domestici, il SARA, che valuta il rischio di violenza tra coniugi, che è possibile effettuare in pochi minuti sul sito internet www.sara-cesvis.org, se si ha qualche dubbio sul proprio legame.

Che fare per aiutare le persone che cadono nella trappola delle relazioni violente? Lui deve essere fermato in qualsiasi modo, con le buone (il tentativo di convincimento dei guasti che sta provocando) o con le cattive (denunce, allontanamento, limitazioni della libertà personale); lei deve essere aiutata a comprendere che la sua sottomissione è un danno grave per se stessa, un danno difficile da riparare per i figli che assistono ai maltrattamenti, un danno per il suo stesso partner, che continuerà a pensare che solo così, con la violenza, riuscirà a tenerla con sé. E continuerà.

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