Unioni d'amore

In questi giorni il Parlamento sta affrontando un passaggio davvero importante per la vita delle migliaia di persone che, in Italia, amano una persona del proprio sesso e hanno scelto di vivere insieme sotto lo stesso tetto. Con la legge in discussione l’Italia riconoscerà a quelle unioni gli stessi diritti e gli stessi doveri che si hanno nella famiglia fondata da un uomo e una donna, con molte limitazioni, peraltro, su materie ancora troppo delicate nel nostro contesto: adozioni e procreazione. Con questo passo ci avvicineremo ai paesi che condividono con noi la qualifica di “occidentali”, abitati da persone che hanno il privilegio di vivere in una parte del mondo in cui i diritti si sono evoluti verso forme sempre più avanzate e libere. Abbiamo cominciato poco meno di mille anni fa con l’habeas corpus, per il quale nessuno ha il diritto di aggredire nessuno, anche se è il re, e lentamente abbiamo conquistato i diritti delle donne, dei bambini, delle persone più fragili per malattie e limitazioni. Siamo progrediti al punto di considerare oggi, giustamente, dei selvaggi da rispedire in Africa o in Oriente coloro che non accettano la libertà di movimento e di abbigliamento delle nostre donne (anche se dimentichiamo allegramente che sino a non molto tempo fa le cose da noi non erano granché diverse, nella sostanza).

Oggi stiamo per fare un altro passo avanti, com’è già accaduto in Francia, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Danimarca, Inghilterra, Irlanda, Svezia, Norvegia, Svizzera, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Slovenia, Argentina, Brasile, Uruguay, Sudafrica: riconoscere a relazioni che ancora ne sono, ingiustamente e illogicamente, prive, il diritto di essere riconosciute legalmente. Quel riconoscimento darà dignità giuridica e produrrà effetti di tutela per chi, dentro quell’unione, si ammala o diventa debole, o perde la persona cui si è dedicato - magari per decenni. I diritti servono a tutti noi ma in particolare a chi è, o diventa, debole e tutti, indistintamente, lo siamo stati, o lo siamo, o lo saremo.

Ogni cambiamento produce timore, si sa, e quel timore è utile a essere prudenti e a ridurre i rischi che potrebbero esserci. Ma se non fossimo anche capaci di sconfiggere quel timore non esisterebbe alcuna impresa, alcun investimento, alcun progresso, alcuna risoluzione di problemi nuovi.

La legge che spero vivamente si faccia non toglie niente a nessuno e dà diritto, cioè dignità, a persone e relazioni che esistono – e da sempre – indipendentemente da ogni riconoscimento di legge.

Questa legge avrà il solo bellissimo effetto di ridurre la sofferenza, l’incertezza e l’esclusione di persone che amano una persona dello stesso sesso.

Un amore nato non perché deciso a tavolino, ma semplicemente scoprendolo dentro di sé, naturalmente.

 

Esattamente come accade a chi sente attrazione e amore, senza averlo mai scelto razionalmente, per una persona dell’altro sesso.

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