La complicata bellezza dell’adozione
Adottare un bambino è donare a se stessi e a un bambino una complicata, straordinaria e meravigliosa opportunità. Meravigliosa per la vita dei genitori adottivi, che si compie e si qualifica, meravigliosa per il bambino che ha l’opportunità di rinascere a una nuova vita. Nella maggior parte dei casi tale opportunità viene colta, e lo vediamo nello sguardo felice dei protagonisti. L’incontro adottivo è però complicato perché è di solito l’incontro di storie difficili e dolorose, da un lato e dall’altro: per essere adottato, il bambino deve essere stato legalmente dichiarato “in stato di abbandono”, è già questa espressione mette i brividi, perché lascia immediatamente intravedere il dolore del sentirsi inermi di fronte alla mancanza di protezione e, troppo spesso, di fronte al maltrattamento vero e proprio. Anche dal lato dei genitori adottivi c’è stato il dolore della scoperta dell’infertilità, la sua faticosa accettazione, la ricerca di rimedi medici che non sono stati trovati, la scelta finale dell’adozione, spesso preceduta da un tormentoso gioco tra marito e moglie.